La Storia

La grande storia di una piccola barca dalla grande anima

Che il Passatore abbia una sua storia da raccontare e di cui andar fiero lo capisce anche il profano quando, passeggiando per un disordinato molo di un porticciolo adriatico, si sofferma ad ammirare la linea seducente ed accattivante di questa signora dei mari, con quel profilo sinuoso e morbido, benigna ma risoluta come un'amabile azdora romagnola.
Poi sarà anche il fascino del legno: materia nobile che già di per sé rimanda alla mente il sentimento delle cose buone, fatte per bene, opera della sapiente arte d'un tempo, fatica e delizia di un abile artigiano; e quando ti imbarchi ascolti lo scricchiolio di qualcosa che vive e ti sussurra con voce di vecchio marinaio i racconti di indomite lotte con le forze del mare, di fiere battaglie fra le boe di una regata, o di notti stellate e mattine raggianti, cullato dalle onde del mare in serena crociera. Ma il Passatore non è solo questo, la sua storia non è rappresentata solo dalle esperienze personali ed intime comuni ad ogni barca di rango che si rispetti, con le mille avventure di cui ogni armatore è giustamente orgoglioso: la storia del Passatore è scritta anche fra le righe di quella della vela ai massimi livelli.
E' una storia scritta da un giovane progettista francese che acquisterà fama mondiale, Finot, e di grandi velisti , quali Laurent Cordelle, Uccio Ventimiglia e Cino Ricci, solo per fare alcuni nomi, legati fra loro dalla professionalità e dalla passione dei Sartini, la famiglia di abili costruttori che ha realizzato il Passatore.

Un po' di cronaca

Verso la fine degli anni '60 il Cantiere Sartini di Cervia poteva già fregiarsi di essere all'avanguardia, disponendo, cosa più unica che rara a quel tempo, di una squadra corse: si trattava infatti dell'equipaggio del Muscadet formato da Cordelle, Uccio Ventimiglia e Cino Ricci, che regatavano sulla seconda barca costruita in serie dal cantiere di Cervia, dopo i fasti del Corsaire.
Le loro brillanti affermazioni in tutto l'adriatico avevano alzato il morale del Maestro d'ascia Peppino Sartini, che si sentì pronto a realizzare un'imbarcazione un po' più grande ed impegnativa.
Fu così che sul finire del '69 dalla Francia giunse il progetto di Finot per uno sloop lungo 8,35 metri, largo 3,05 con un caratteristico scafo a spigolo, nato principalmente per correre, ma adatto anche ad una comoda crociera.

Il primo esemplare fu posto in opera nel 1970 ed avrebbe esordito nella settimana velica di Genova del 1971.
A volte pare che il destino si diverta a giocare qualche scherzo ed i marinai sono pronti ad imprecare alle avverse sorti, ma solo con il senno di poi ci si accorgere che le difficoltà non sono altro che un banco di prova per mettere in mostra le migliori doti degli uomini più coraggiosi e capaci e nel nostro caso anche della loro imbarcazione.
Il Passatore, allestito quasi all'ultimo minuto, si presenta a Genova con il seguente equipaggio: Laurent Cordelle, Uccio Ventimiglia, Cino Ricci ed Ellero Tamburini.
La fretta per partecipare all'importante evento non aveva permesso di compiere alcuna prova preliminare, ed il Passatore numero uno fu armato grazie ad un alacre lavoro compiuto giorno e notte già nei pressi dello Yacht Club di Genova.

Anche quando si da il massimo qualche piccolo particolare può essere trascurato: ma per delle vecchie volpi come i suddetti, cosa volete che fosse una pala del timone non vincolata allo scafo o un albero passante che non restava incastrato nella mastra?
Qualcuno, con mare mosso e vento fresco, si sarebbe potuto arrendere, non i nostri.
Qualche astuzia, il coraggio e quel pizzico di incoscienza sorretta da tanto mestiere che contraddistingueva i quattro eroi, permise di compiere l'impresa e di battere in tempo reale scafi di classe superiore, vincendo la manifestazione.
Fu l'inizio di tanti successi e l'avvio della storia del Passatore.

L'evoluzione

Sulle ali dell'entusiasmo provocato dalla brillante avventura ligure, tenendo conto di un preciso programma aziendale, il Cantiere Sartini avviò la costruzione in serie del Passatore, apportando però qualche importante modifica al disegno originale.
Infatti il Numero Uno (che ancora fa bella mostra di se nel porto di Cervia, egregiamente restaurato dal suo armatore ing. Vecchi Vladimiro) fu replicato su ordinazione solo una volta, dopodiché la barca assunse quelle caratteristiche che la resero riconoscibile in seguito: fu aumentata la lunghezza da 8,35 mt a 8,55 mt, passando dalla Sesta alla Quinta classe IOR e fu abbandonato lo scafo a spigolo per una forma più tondeggiante con una poppa maggiorata che dava maggior garbo all'insieme.

La prima barca della nuova serie (o la n° 3 storica, se si preferisce) è il Bandito, che fece parte ancora della squadra corse con eccellenti vicende. Dalle imprese dei primi Passatori derivò un enorme successo, ed il Cantiere Sartini varò complessivamente fino all'anno 1982 ben 136 Passatori; barche allestite all'occorrenza per le regate o per la crociera, a seconda delle esigenze dei clienti, tanto che si può affermare che, nonostante una forte caratterizzazione, non ne esiste una identica all'altra!

Arriverà il momento per vedere sul Passatore sei comode cuccette per la crociera, la dinette, un funzionale bagno, i motori entrobordo diesel, i fornellini a due fuochi, i frigoriferi, ed ogni altro confort e strumentazione richiesta dal mercato. Le trasformazioni non inficiarono però per lungo tempo le brillanti prestazioni in regata, e si ricordano in quei fantastici anni 70 le grandi sfide con le "moderne" imbarcazioni in vetroresina. Ma oltre che per il seducente ed elegante fascino del legno, il Passatore si distingue ancora oggi per le sue qualità marine, che la rendono una barca versatile in ogni condizione ed ammirata in ogni porto.

A ulteriore conferma del meritato successo internazionale che ebbe questa barca, vogliamo solo ricordare in questa sede che ne esiste anche una versione in vetroresina costruita da un cantiere giapponese in alcune decine di esemplari.

E' da queste premesse che un gruppo di amici, appassionati ed innamorati armatori della barca cervese, si è ritrovato una decina d'anni fa ed ha dato vita alla Congrega del Passatore, con l'ambizione di perpetuare un piccolo pezzo di storia della nostra marineria.
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